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Edizione: Gruppo90 - ArtePoesia
Prezzo 8 euro

Il particolare rapporto genio/follia in Torquato Tasso ne fa uno degli 'oggetti' pių preziosi per la fantasia degli artisti; cosė se ne occuparono Goethe e Goldoni, Baudelaire, Leopardi e Byron, Rousseau e Delacroix e ne scrisse un prezioso e documentatissimo poemetto in ottava rima il vicentino Iacopo Cabianca (solo una omonimia!). La sua condizione di poeta di corte lo costrinse in un ruolo che mal sopportava tra amori contrastati o proibiti e tormenti e scrupoli di tipo morale legati ad alcuni aspetti della sua opera, in tempi di inquisizione imperante, che lo spinsero in un vicolo cieco fino alla definitiva perdita della ragione. Cabianca ripercorre i momenti salienti della sua vita inquieta ed errabonda, descrive gli anni alla corte estense di Ferrara fino alla morte in solitudine, da carcerato, come di fatto avvenne, e il suo carcere fu il monastero di Sant'Onofrio a Roma dove perfino i carcerieri si prendevano gioco delle sue visioni.