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Con 'Antigone - Libertà e destino', il poeta e drammaturgo  Alessandro Cabianca completa la trilogia 'Le donne del  mito'. Ha in precedenza rivisitato il mito di Medea  secondo le molte versioni (da Pindaro ad Apollonio Rodio)  che differiscono dal testo di Euripide, che ne ha fatto il  prototipo della malvagità femminile. In 'Medea - La  perfezione dell'ombra', Cabianca descrive Medea come madre  amorevole, sposa ripudiata, straniera scacciata dai  corinti, che si vendicano di Medea lapidandone i figli. Ha  indagato, in 'Clitennestra - La saga degli Atridi', le  ragioni di Clitennestra, più seguendo Alfieri che Eschilo,  raccontando di una regina violentata dagli invasori achei,  i quali, nel conquistare la città di Pisa Olimpia, le  uccidono il marito e il piccolissimo figlio, e la fanno  schiava-regina. Ora in 'Antigone - Libertà e destino'  l'autore racconta gli ultimi tragici eventi che colpiscono  la discendenza di Edipo e indaga sull'insanabile contrasto  tra le ‘leggi della polis' e le 'leggi del sangue',  trasformando la scelta di Antigone di seppellire il  fratello in una rivendicazione, come in 'Antigone di  Alfieri', di libertà contro la tirannide. L'intensità e la  profondità dei sentimenti delle protagoniste, pur nella  tragicità degli eventi che le colpiscono, smascherano le  trame dei regnanti, la banalità e brutalità dei meccanismi  del potere. Queste figure femminili, tra le più  inquietanti del mito antico, acquistano nella rilettura di  Cabianca forma diversa e nuovi significati.
Edizione:Cleup Editore, Padova 2010
Prezzo: € 8,00