Rappresentando l'uomo in tutta la sua natura espressiva,
Cabianca denuncia uno stato di malessere per eccellenza,
quello che si chiama Civiltà dei consumi. Ne capovolge le basi
con l'effetto di uno schiaffo. L'introspezione del poeta padovano
è particolarmente calibrata; accumula scansioni specifiche per
un sempre più largo raggio d'azione. Allora un silenzio a vela di
pensiero si fa rapire dai polmoni, e una voce frusta più a fondo il
potere della menzogna. Insomma Alessandro Cabianca sta
nella pelle di questa necessità: non ama tanto l'impressionante
pagina che brilla sulla fronte, quanto il poter leggere un vento
senza bandiera.
Prefazione di Aldo Vianello